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PRE-ACCORDO DI MALTA: PROGETTO PILOTA PER AFFRONTARE IL PROBLEMA DEI MIGRANTI IN TUTTE LE AREE DEL MEDITERRANEO.
Le migrazioni sono un fenomeno sociale globale, che attraversa la nostra società, e la sta trasformando, mettendo in discussione i fondamenti impliciti del patto di convivenza. Il nostro stare insieme si basava su una solidarietà tra simili, derivante dall’idea di una comune appartenenza geografica, etnica, linguistica e per molti aspetti anche religiosa [Kymlicka 1999]. Le migrazioni ci obbligano a riscrivere il patto che ci unisce adattandolo ad una società che sta diventando sotto vari aspetti post-nazionale, pluralista, mobile.
Fa un modesto passo in avanti la valutazione della proposta “temporanea” italo- franco- tedesca sul ricollocamento in altri Paesi Ue dei richiedenti asilo sbarcati in Italia e Malta. L’obiettivo è quello di” riformare il regolamento di Dublino e introdurre un sistema di asilo europeo” rifiutando di “intrappolare i migranti in zone cuscinetto”. Attualmente vi è la disponibilità anche da parte di Irlanda, Portogallo e Lussemburgo a partecipare a quello che il ministro degli Interni Luciana Lamorgese ha definito un pre-accordo e a continuare a lavorare per una gestione strutturale e non emergenziale dei flussi migratori. Il pre-accordo di Malta è emerso come un” progetto pilota” da sviluppare nei prossimi mesi per affrontare il problema dei migranti “in tutte le aree del Mediterraneo”. Oltre all’Italia sono sotto pressione anche i ministri di Grecia, Cipro e Bulgaria, che si sentono già in emergenza e hanno presentato una loro proposta per fronteggiare l’aumento degli arrivi, da coloro che fuggono da guerre, povertà e persecuzioni religiose in Medio Oriente, Asia e Africa. Anche la Spagna ha richiesto un intervento dell’Ue per affrontare i flussi verso il suo territorio, che in questo momento risultano superiori a quelli verso L’Italia. Contrari al blocco restano i quattro Paesi di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria). Infine Spagna e Grecia non partecipano perché hanno dovuto assorbire e assorbono vasti numeri di migranti. In questo momento l’obiettivo è quello di regolare rapidamente la prima accoglienza, la ripartizione dei migranti, e l’armonizzazione del diritto di asilo.
Oggi è importante ricostruire quei legami che tengono insieme l’Europa, il problema dell’immigrazione non si può risolvere costruendo muri, bloccando gli immigrati e negando loro lo sbarco. Sulle politiche di immigrazione si misura il senso della nostra umanità, ed è imprescindibile la riforma del regolamento di Dublino, servono nuove regole condivise di asilo e di redistribuzione dei migranti, ma anche canali di ingresso regolari. Quella dell’accoglienza e dell’immigrazione è una battaglia che se gestita in modo umano e intelligente potrà essere vinta se la politica riuscirà a valorizzare le tante esperienze della società civile che raccontano una storia verso obiettivi del raggiungimento di priorità di diritti umani e democrazia.
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I minori stranieri non accompagnati
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